In un 'Italia ferita dalla guerra, nel 1946 si inizia a intravedere la luce della ricostruzione.
Vecchie foto di quel periodo ci consegnano immagini legati ai timidi approcci mentre le popolazioni sperimentavano i nuovi accessori domestici, mentre le strade, non ancora soffocate dal traffico asfissiante di oggi, si animavano di una tradizione ricca di emozione e partecipazione: la Befana del Vigile.
La "Befana del Vigile" rappresenta un capitolo affascinante, seppur breve, della storia italiana del dopoguerra.
Nata spontaneamente nel 1946, questa tradizione vedeva i cittadini omaggiare i vigili urbani con doni e dolciumi il giorno dell'Epifania.
Le ragioni di questa usanza erano molteplici: da un lato, la riconoscenza verso gli agenti che, in un periodo di ricostruzione post-bellica, garantivano la sicurezza e l'ordine pubblico.
Questi omaggi provenivano da commercianti e bottegai, che non solo li consideravano un modo per ottenere visibilità, ma anche un'occasione per ingraziarsi gli agenti, notoriamente severi nel controllo del rispetto delle regole. Una vera esplosione di gioia e generosità dove grandi e piccini si riversano sulle strade per omaggiare i vigili urbani, sentinelle silenziose del traffico cittadino.
Doni di ogni tipo, dai dolci tipici alle vivande più disparate, si accatastano ai piedi delle pedane, creando un tripudio di colori e profumi (dolci, bottiglie di spumante, panettoni, olio, pasta, fiaschi di vino, noci, lenticchie, pane, carne, abbigliamento e tanto altro).
Un momento di festa e condivisione, le foto d'epoca immortalano sorrisi sinceri e volti infreddoliti ma raggianti.
I vigili, fieri del loro ruolo e della stima ricevuta, si prestano a immortalare questo momento di gioia collettiva.
Un gesto di riconoscenza, la Befana del Vigile non è solo un dono materiale, ma un sincero ringraziamento per il lavoro svolto dagli agenti, figure rassicuranti in un'epoca di incertezze.
Le immagini in bianco e nero ci restituiscono un'atmosfera di festa e di condivisione, con i vigili sorridenti e i cittadini felici di omaggiarli. Angri, cuore pulsante di questa tradizione era tra le città campane che si trasforma in un microcosmo di festa, con le sue tre postazioni dedicate alla Befana del Vigile.
Riconoscete i Vigili Urbani di allora ? Aiutiamo a divulgare le informazioni di queste foto
1 - Piazza Doria crocevia, Corso Italia, Via Zurlo, via Murelle: arterie principiali





Postazione Piazza Doria
1 foto - Befana 1956
2 foto - Befana 1958
3 foto - Befana 1958
4 foto - Befana 1955
1 foto - Befana 1958
2 - Piazza San Giovanni: strada centrale per l'accesso in paese


3 - Sotto : Via Zurlo crocevia, Via Giudici, Via Piazza ex Poste, Via Da Procida: brulicano di vita e di generosità:
Qui potete notare la Farmacia all'angolo nella foto 1 - 5 mentre alle spalle della foto 2-3 gli uffici e spaccio delle MCM, mentre a dx nella foto 7, si puo' notare la vecchia sede della Banca.







La memoria come scrigno di ricordi, le foto ingiallite conservano gelosamente la magia di un'epoca passata, dove la solidarietà e la riconoscenza erano valori tangibili. Tuttavia, la "Befana del Vigile" ebbe vita breve, nel giro di pochi anni, questa usanza scomparve quasi del tutto, senza una precisa ragione.

Un tuffo nostalgico che ci permette di rivivere la semplicità di un tempo e di riscoprire il valore di gesti gentili.
Un'eredità preziosa: la Befana del Vigile, seppur svanita nel tempo, ha lasciato un'eredità inestimabile.
Il suo spirito di condivisione e di riconoscenza continua a ispirare le nuove generazioni, ricordandoci l'importanza di stringersi attorno a valori comuni, soprattutto nei momenti difficili.
Un bagliore di speranza: la Befana del Vigile rappresentava un faro di luce nel buio del dopoguerra.
Un simbolo di rinascita e di fiducia che illuminava il cammino verso un futuro più radioso.


Ogni anno, il 20 gennaio si festeggia, la tradizionale festa di San Sebastiano, patrono dei Vigili Urbani.
La Befana del Vigile, con la sua carica di emozione e di significato, rappresenta un tassello prezioso della storia italiana un 'eredità da custodire e tramandare alle nuove generazioni, affinché il valore della generosità e della riconoscenza non si spenga mai. Il mio appello… Facciamola ritornare!
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