Era considerato uno degli l'ultimi reduci del secondo conflitto mondiale, ma la sua figura soprattutto la sua voce, forse quella di un nonno, ci mancherà, eppure tanto.
Aveva un suo modo di raccontare un passato di guerra, narrato tra la commozione fatta di ricordi i quali saranno sempre presenti e vivi in chi lo ha conosciuto.
Senza memoria nessun futuro in un incontro di qualche tempo fa, mi sussurrò: "E chi meglio degli ultimi sopravvissuti può tramandare ai posteri quei racconti di libertà e democrazia che è stata la lotta di resistenza all'oppressione nazifascista ? "
Era la voce di questa città, il buon zio "Farchiaccone", al secolo Ernesto D'Ambrosio, conosciuto da tutti, presente ad ogni celebrazione, cittadina (Festa della liberazione, Festa dei lavoratori, Commemorazione dei Defunti), con la sua uniforme da Aviatore, uno degli ultimi baluardi della storia angrese.

Prima di parlare di quanti ci hanno lasciato, nomi importanti, che conosciamo tutti, bisognerebbe partire da qui: portare i ragazzi fuori dalle aule e mostrare le nostre montagne, come sono belle, e spiegar loro come grondavano di sangue, ai frequenti bombardamenti che investirono la nostra città durante il conflitto.
Alcuni dei testimoni, quelli nati dal 1930, hanno raccontato milioni di storie vissute sulla loro pelle e zio Ernesto era uno di quelli.



Avrei voluto realizzare qualcosa ancora sulla storia di Angri, o nei racconti e magari parlare proprio con lui, ma nel suo secolo di storia, giunge difficile poter descrivere un vulcano di uomo come era lui.
Negli anni 50 amava filmare Angri con la sua inseparabile cinepresa Crown 8, e qualche volta amava anche fotografare, molti eventi sono stati realizzati tra cui il "peregrinatio" del Santo Patrono negli 60/70.
Non solo la guerra gli aveva portato via commilitoni, ma anche il destino crudele si era abbattuto sulla sua famiglia.
Ricordo era 1984, quando per una vacanza in Grecia, a perdere la vita per un incidente d' auto, fu il figlio Giovanni, giovanissimo.
Era con gli amici, che rimasero feriti, ma lui perse la vita.
La sua lunga vita ha attraversato i momenti più difficili della storia di un secolo, non sempre facile da rappresentare, egli ha ben messo in scena e amato moltissimo.

Ci furono giorni bui nella cittadina doriana, ricordo quando arrivò la bara nella collegiata di San Giovanni, gremita all'inverosimile, immagini che fanno parte ancora oggi nella memoria di chi ha vissuto quei momenti.
Di qualche anno fa la scomparsa di Angela la figlia per un male incurabile, sposata con "Enzo" Zampaglione, e madre di 2 figli, poi la dipartita della cara moglie Anna, fu un altro duro colpo per la famiglia D'Ambrosio.
Zio Ernesto aveva quell’umanità che sembra vivere, mascherato in quel suoi dispiaceri fatti da sorrisi amari, teneva tutto dentro, un uomo che racchiuso nel suo immenso dolore andava avanti e nel raccontare la sua vita sempre attivo senza mai fermarsi.

Tratteneva improbabili "conversazioni" con i passanti, o più spesso con se stesso, nel piccolo laboratorio, museo di Corso Italia, luogo in cui ci dovremmo abituare a vedere la serranda abbassata.
Di straordinaria bellezza il testamento che lascia ai posteri che vogliono avvicinarsi alle vicende della guerra: mi disse un giorno “Scegliere storie che ho toccato con mano è la cosa più difficile, ho voluto ricordare le storie semplici che nel tempo continuano a emozionare”.
Addio, zio Ernesto, i racconti ora saranno più silenziosi senza di te.

Il negozio di Zio Ernesto "Farchiaccone"
Le vetrine che emanavano sogni: Immaginiamo di trovarci in una delle strade più vivaci di una città all'inizio degli anni '70.
Tra la folla e il fermento del mercato, un cartello insolito cattura l’attenzione dei cittadini: "Qui si vendono sogni!", è la promessa di Zio Ernesto "Farchiaccone", il proprietario del negozio di elettrodomestici che rappresenta un microcosmo pulsante di vita e di speranze per la comunità.
Un tempio del consumismo emergente all' suo interno, scaffali pieni di elettrodomestici, cucine, telefoni, frigoriferi, tostapane, macchine per cucire e radio accendono la fantasia dei clienti.

Un'epoca in cui il boom economico portava nelle case degli italiani nuovi comfort e la possibilità di sognare un futuro migliore.
Farchiaccone: un pioniere del credito accessibile, non era solo un abile commerciante, ma anche un pioniere del credito accessibile. Permise ad artigiani, operai e cittadini di acquistare a rate, facilitando l'ingresso di nuovi beni nelle loro case. Il suo motto era "Tutto di più", offrendo una vasta gamma di prodotti e servizi, dalle riparazioni alle installazioni, dalle bombole di gas agli oggetti casalinghi si poteva giocare persino anche alle schedine del Totocalcio.
Un microcosmo di relazioni e di fiducia: Il negozio di Zio Ernesto era più di un semplice luogo di vendita.
Era un punto di incontro, di scambio di consigli e di storie. La sua competenza, la sua passione e la sua attenzione alle esigenze dei clienti creavano un'atmosfera di fiducia e di familiarità.
Un'epoca passata, ma non dimenticata, oggi, al posto del negozio di Zio Ernesto, sorge un istituto bancario. Un simbolo del cambiamento epocale che ha travolto le nostre città e le nostre abitudini.
Ma la memoria di quel luogo magico, dove i sogni si trasformavano in realtà, rimane viva nei ricordi di chi ha vissuto quell'epoca irripetibile.
Dalle vetrine piene di sogni alle serrande chiuse di tanti negozi e botteghe raccontano la nostalgia per un tempo in cui il commercio era più umano, più vicino alle persone.
Un'epoca in cui la dimensione familiare permeava ogni aspetto della vita, dal lavoro alle relazioni interpersonali.
Un amarcord che ci interroga sul futuro: è la storia del negozio di Zio Ernesto "Farchiaccone" ci invita a riflettere sul valore dei ricordi, sull'importanza di preservare le nostre radici e sul futuro del commercio in un mondo sempre più globalizzato e digitalizzato.
Un invito a non dimenticare: questa storia ci permette di rivivere, anche se solo per un attimo, l'atmosfera di un'epoca passata, con i suoi desideri e le sue frustrazioni.
Un tuffo nostalgico che ci aiuta a capire meglio il presente e a guardare con speranza al futuro.
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