Molte le pellicole da Bud Specer e Terence Hill, Clint Eastwood, Franco Nero, Maurizio Merli, Fabio Testi, Luc Merenda, Tomas Milian, Toto', Franco Franchi, Ciccio Ingrassia che ancora oggi li ritroviamo in tv. Pellicole un po' spinte, Renzo Montagnani, Lino Banfi, Alvaro Vitali, film indimenticabili, attori intramontabili che hanno lasciato un grande segno nel panorama "CULT" cinematografico.
Poi il teatro Minerva aveva ospitato grandi compagnie, e grandi attori che avevano lasciato le loro voci impregnate alle pareti dei camerini (ricordo quella di Mauro Caputo, Mario e Sal Da Vinci, Carmelo Zappulla, ma ancora prima tante compagnia importanti tra questi il grande Nino Taranto.


Dopo la parentesi della sceneggiata, era di consuetudine che gli artisti trattenersi per un'ora con la platea e cantare le proprie canzoni.
Il teatro aveva una platea di centoventi posti, due file di palchi, un loggione comunemente chiamato piccionaia.
Per gli spettacoli teatrali, i prezzi dei biglietti d'ingresso variavano a seconda della posizione dei posti a sedere.
I posti migliori, in platea, erano i più costosi e generalmente riservati all'aristocrazia e all'alta borghesia.
I posti nei palchi erano un po' meno costosi e spesso occupati dalla piccola borghesia e dalle donne.
Il loggione, la parte più alta del teatro, era il più economico e frequentato dalle persone di ceto inferiore, come artigiani, contadini e servitori.

Al cinema, invece, il prezzo del biglietto divenne unico per tutti i posti a sedere. Tuttavia, l'ordine di separazione tra gli spettatori persistette. La platea era ancora considerata la zona più prestigiosa e frequentata principalmente dalla borghesia. I palchi continuarono ad essere occupati dalla piccola borghesia e dalle donne, mentre il loggione rimase il dominio delle classi popolari.
Questa differenziazione di posti a sedere era dovuta a una serie di fattori, tra cui le diverse condizioni economiche e sociali degli spettatori, il tipo di spettacolo in programma e le norme di comportamento vigenti all'epoca.
Ecco alcuni esempi di prezzi dei biglietti per il teatro nel XIX secolo:
- Platea: da 5 a 10 lire
- Palchi: da 3 a 5 lire
- Loggione: da 1 a 2 lire
Il prezzo del biglietto per il cinema, invece, era generalmente di 1 lira. (oggi 8/10 euro)
L'ordine di separazione tra gli spettatori nei teatri e nei cinema iniziò a sfumare all'inizio del XX secolo, con l'avvento della società di massa e il crescente benessere economico, le classi sociali si mescolarono gradualmente e le barriere di divisione tra i diversi posti a sedere si ridussero.
I prezzi oggi degli abbonamenti a teatro variano da Euro 85 a Euro 845, mentre per i giovani (fino ai 26 anni) variano da Euro 45 a Euro 210.
Oggi, nei teatri e nei cinema, i posti a sedere sono generalmente assegnati in base al numero di biglietto e non c'è più una netta distinzione tra le diverse classi sociali.


Ma fatto del tutto nuovo il loggione cominciò ad essere affollato anche di ragazzini; ragazzini che, ancora alle elementari, avevano cominciato il loro apprendistato artigiano e ostentavano mozziconi di sigarette, bestemmie e oscenità.
È davvero interessante sulla veridicità del tessuto sociale rappresentato in "Nuovo Cinema Paradiso". Il film di Tornatore dipinge un ritratto vivido della vita di provincia in Italia nel secondo dopoguerra del comportamento degli spettatori nel cinema, con il lancio di bucce d'arancia e noccioli di pesche, è un esempio emblematico di come le persone si divertivano all'epoca. Il cinema era un luogo di ritrovo sociale, dove si poteva stare insieme, chiacchierare e divertirsi, anche in modo un po' caotico.
L'intervento delle maschere, che distribuivano "cazziate e scappellotti" per sedare i tumulti, era un altro elemento caratteristico di quell'epoca. Le maschere erano figure di autorità che mantenevano l'ordine in sala e facevano rispettare le regole.
Sono stato uno spettatore privilegiato, che entrava per primo e usciva per ultimo, che mi ha permesso di osservare da vicino questo microcosmo sociale e di cogliere sfumature un contributo prezioso per comprendere meglio la realtà rappresentata e per rivivere l'atmosfera di un'epoca passata.
Le mie memorie sono una finestra preziosa su un mondo che non esiste più, un vero scrigno di storia che oggi manca ad un intera città.
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