Angri. C’era una volta l’edicola in Piazza Doria

JeanFranck Parlati

Angri. C’era una volta l’edicola in Piazza Doria

E 'una domenica mattina soleggiata, limpida, eccomi di nuovo qui pronto per trascorrere insieme a ricordare una parte della nostra infanzia con la consapevolezza del tempo che passa, senza saper lasciar andare tra passato, presente e futuro.
Ho fatto un sogno, stavo seduto su di una vecchia sedia a dondolo in piena estate ancora privo di zanzare, quando all'improvviso sono stato attratto da una vecchia immagine...quella dell'edicola.

Da bambino ricordo quell' luogo dove era quasi concentrata la vita giornaliera di giovani, anziani e bambini, giusto il tempo di cercare qualche foto/cartolina anche se alcune immagini hanno superato ahimè i 50anni e forse più, in cui si vede quel posto, qualcuno della nuova generazione quasi non ricorda.

Tre sequenze fotografiche la vecchia postazione dell' edicola

Certo non possiamo nasconderci che molte delle edicole dislogate in diversi punti della nostra città, hanno resistito a stento nel nuovo millennio al Covid-19.

In molte città, specie nelle più grandi, una volta c’erano le edicole non votive, ma “piccoli templi” di quotidiani, riviste settimanali, fumetti, buste regalo e figurine.

Ricordo negli anni 75/80 in cui quella struttura posizionata nella “parte piccola” di Piazza Doria, di spalle alla casa del cittadino un tempo Casinò Sociale.
Certo aveva i suoi fedeli che ogni mattina, dopo il caffè, prima del treno o del filobus passavano i dipendenti, i lavoratori destinati fuori città, gli studenti e gli insegnanti o quelli arzilli anziani, pronti a buttar occhio nei titoli delle locandine affisse, magari ad immergersi nelle notizie dell'ultima ora, freschi di stampa su carta impregnate d’ inchiostro e sentire quell'odore, quel profumo d’inizio giornata.

La domenica poi tutti si davano appuntamenti sulla piazza si scendeva in strada, tra una passeggiata al sole, oppure recarci in messa, poi all’uscita tappa obbligatoria ci si fermava in edicola nei pressi dei giardini di Villa Doria.

Non c’era nemmeno bisogno di chiedere all’edicolante, già sapeva di cosa ogni singolo cliente, donna o uomo aveva bisogno, le figurine dei calciatori, i fumetti, Topolino, Tex, Diabolik, Cioè, il Grand Hotel, Tv Sorrisi e Canzoni, l'Unità, il Mattino, infine la vendita dei biglietti per i mezzi pubblici, cartine turistiche, giocattoli, chewing gum dai gusti improbabili, le prime VHS che accoppiavano all’interno delle confezioni, e come dimenticare le tante marche di sigarette anche sfuse, erano le riviste di quel tempo, un vero baule di servizi offriva quel chiosco al servizio del cittadino.

Una foto dell'edicola 1995

Quante partite Domenicali con le figurine (è ritratiell), a scambiare sulle grate all'entrata secondaria della villa, i pilastri in piperno del cancelletto, di lato i vecchi bagni pubblici, la vasca e due entrate con due guardiani, quella riservata agli uomini e l’altra alle donne, oggi si dice bagno pubblico: è una storia antica che va dai tempi di Vespasiano quando gli orinatoi pubblici servivano a raccogliere l’ammoniaca dell’urina utilizzata nelle lavorazioni tessili.

Le edicole erano uno dei luoghi in cui la notte passava le consegne al giorno, sempre alla stessa ora, d’estate o d’inverno: alle 5 del mattino i pacchi di giornali accatastati erano le sentinelle che scrutavano l’alba, i messaggeri delle storie piccole e grandi, di divi e poveri cristi, campioni e scartine, acrobati e nani, cantastorie e cialtroni da dove poter attingere la notizia di maggiore risalto.

Tre sequenze fotografiche della vecchia edicola nel corso degli anni

Il tempo è cambiato sulla vita del paese, sulla vita in generale e poi si andava al bar e tra un morso al cornetto e un sorso di cappuccino o di un buon caffè, si sfogliava il giornale per poter sostare poco tempo.
In quello spazio definito un piccolo tempio di vita, un’abitudine che ha il sapore del passato, un’istantanea color seppia del Novecento che fa vivere momenti nostalgici a chi ci pensa.

Quando ad Angri c'erano i bagni pubblici:

Per accedervi ad entrambi, opposti ai lati, bisognava scendere delle scale, vi si entrava attraverso una porta grande, sembrava voler conferire una tal quale pretesa di signorilità, erano bagni pubblici sotterranei dove non si trascurano le norme igieniche, ingresso dei bagni pubblici erano frequentati da un variegato pubblico di donne, bambini e signori o chi vi sosta in prossimità delle due piazze e della villa.

Una foto ricostruita dalla pura fantasia
Una vecchia foto di un bagno pubblico

Il custode, dei bagni maschili era Gaetano, marchiato proprio col nomignolo di (Tanino), era dalla qualità percepita dalla clientela per la massima pulizia a tenere in ordine quel luogo, e come non ricordarsi dell’indimenticabile anziano Giuseppe “detto Peppe ‘ra democrazia cristiana”, anche lui di bassa statura custode insieme alla moglie dei bagni delle donne ed anche custode della sede Democrazia Cristiana di Corso Italia, dove poi fu rilevato dal negozio dell’ottica.

La storia della celebre edicola

Catello Russo
Foto per gentile concessione
Prisco Dalmazia
Foto per gentile concessione

Ora mi chiedo come può quel tempo cancellare dalla mente tutti quei punti di riferimento per i cittadini, l’edicola della famiglia Russo, Catello, la moglie Dalmazia il figlio Francesco e la moglie, pronti ad accogliere i loro clienti di primo mattino con una battuta o un sorriso, oppure i custode dei bagni pubblici Gaetano e Peppe, ricordi che si fanno spazio nella nostra mente, tutte brave persone che hanno fatto la storia di questo paese.

Era molto più quel semplice chiosco che vendeva giornali e magazine, era un luogo dove potere scambiare semplici opinioni sulla cultura, l’informazione, la politica, approfondire i rapporti personali e profondi della vita quotidiana di ognuno di loro. Un ritrovo di umanità, un crocevia di sguardi e mezze frasi, di indugi e chiacchiere, era una finestra sulla città e sul mondo con la complicità dell’edicolante, spesso una specie di confidente, una delle prime persone che incontravi.

Tre sequenze fotografiche (le prime due Cartoline) della vecchia edicola nel corso degli anni

Come dimenticare le prime giornate estive, il cinguettio dei primi uccellini, la signora Dalmazia sempre con il sorriso, quei suoi capelli bianchi ondulati da quella finestrella sempre aperta, era come affacciarsi e immaginare che il mondo stava cambiando, l’evoluzione stava conquistando il pianeta. Ai primi mesi invernali la signora Dalmazia accendeva il braciere per riscaldarsi nelle giornate di freddo e pioggia, nel corso degli anni quante locandine hanno tappezzato l’esterno di quell'edicola.

Tre sequenze fotografiche (Cartoline IN B/N ) edicola, le due a colori sono le ultime prima della definitiva chiusura

Nel 2009 l’edicola della famiglia Russo smette di esistere, avrà avuto nel corso dei decenni 2/3 cambiamenti di postazione, ma sempre li.

È incredibile oggi pensare che di tutto questo non rimanga praticamente nulla e che la storica edicola definita il baluardo di una pagina triste della storia angrese sempre più scolorita, senz’altro la più vecchia edicola della città, la cui prima licenza risaliva addirittura a cento anni fa.
Oggi, parole e immagini corrono in rete, le edicole sono spesso cancellate o ridotte a scheletri di lamiera, a scarti, ad archeologia senza valore.

Prima c’erano gli strilloni sul ciglio della strada che gridavano le notizie più importanti e c’erano gli ambulanti che vendevano di tutto. Poi piano piano i comuni delle città hanno iniziato a dare in concessione il suolo pubblico per costruire nuovi chioschi, le edicole in ferro battuto e finestre in vetro, incandescenti in estate e gelide in inverno, un patrimonio storico e artistico di una città.

Secondo la Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) oggi (2024), in attività sono 11 mila edicole, mentre vent’anni fa si contavano 36 mila, oggi circa mille rischiano di chiudere per sempre.

Sono gli “amarcord” di chi ha amato i “freschi inchiostri dell’alba” oggi rinchiusi nei ricordi delle vecchie edicole, note solo a chi è cresciuto fra loro.

Da bambino, poi da adolescente, ma anche dopo, le edicole hanno sempre rappresentato un posto speciale, mi piaceva l’atmosfera che c’era lì, ci si dava appuntamento all’edicola.

Noi siamo figli e nipoti di quelli che inumidivano il dito per sfogliare il giornale, per scoprire cosa c’era nella pagina successiva, per andare allo sport, o alla pagina della cronaca, o a quelle del cinema, dove cercare storie incredibili che oggi non strappano, forse, neppure un sorriso di sufficienza.

Nonno Luigi "l vecchio compagno comunista"
Per nonno Luigi, la piazza era un punto di incontro, spesso mi raccontava che li, sono nate amicizie e amori, mi diceva che il posto era destinato proprio a loro anziani, li si fermavano a leggere attratti dalle locandine fuori al chiosco che accompagnavano l'anteprima dei fatti trattati per comprare il giornale.
Lui grande tifoso della Juventus e della Paganese, usciva alle 5.00 di ogni mattina (prima di mettere a mollo i fagioli o i ceci ), potevamo già pranzare alle 8.00, aspettava lì fino verso le 9.00 seduto sempre al solito posto in direzione via Zurlo sulle vecchie panchine di ferro, per avere sotto controllo l’area circostante, pronto poi a discutere con i suoi amici di politica e di pallone, era molto vivace e solare, a volte un po’ burbero ma benvoluto e stimato da tutti.

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